Il lavoro nobilita l’uomo e lo rende libero, diceva Darwin, ma oggigiorno il lavoro stressa l’uomo, possiamo dirlo senza paura: i ritmi richiesti, l’ambiente spesso competitivo, l’ansia generale per il futuro si concentrano come un mostro verde nell’ambiente dove passiamo la maggior parte del nostro tempo.
S’inizia dalla sveglia e dalla corsa tragicomica per arrivare al posto di lavoro, fra ingorghi infernali, treni senza un orario certo o autobus dove ci si sente schiacciati come sardine. E se si riesce a doblare il traffico in tangenziale, prendere al volo il 27 barrato senza rimanere incastrati nella porta o si sale per miracolo su uno dei i treni inspiegabilmente in anticipo si arriva alla super ditta, dove spesso, fra megapresidenti fantozziani e ritmi stressanti, ci si sente come i pezzi di mortadella avanzati al supermercato: sottovuoto spinto!
Per questo abbiamo chiesto al Dott. Monego di darci qualche consiglio sulle 3 ansie che creano più stress sul lavoro:
Nuovo lavoro
Ce l’hai fatta, finalmente sei riuscito ad ottenere il tanto agognato posto di lavoro. Ti senti riuscito in una lotta titanica, stai sognando di lasciare alla tenera età di 32 anni la tua cameretta e la pasta con 3 dita di olio di tua madre, quando ti assale un dubbio atroce che viene da dentro…
Sarò bravo abbastanza? Qui dentro vanno tutti velocissimi, ne sanno tutti più di me… sicuro che duro 3 mesi e poi finisco a ballare il tip-tap alla stazione per mantenermi o peggio torno a vivere con mamma. Scenari apocalittici si aprono: la mamma ha trasformato la stanza in quella del gatto ed è meglio che gli do fastidio perché a me i croccantini non sono garantiti.
Spiega il dott. Monego:
Iniziare a lavorare è quasi per tutti una situazione stressante. Entriamo in un ruolo nuovo della nostra vita: il ruolo del lavoratore. Nuovi colleghi, nuove mansioni, nuovi compiti, nuove responsabilità, nuove aspettative. Una certa dose di insicurezza è da mettere in preventivo.
Diventa molto importante cercare di crearsi,alcuni punti di riferimento: un collega più esperto, possibilmente gentile, a cui chiedere consigli su come svolgere al meglio le nuove funzioni e che magari faciliti la conoscenza dei nuovi colleghi; un’attenta osservazione delle dinamiche che inevitabilmente si creano in un luogo di lavoro (rapporto con il superiore, rapporti fra colleghi, gerarchie, ecc.); un’analisi attenta delle proprie carenze da cercare di compensare il più velocemente possibile ma anche dei propri punti di forza da rinforzare e “mettere in mostra” in modo discreto.
Questo perché spesso le ansie sono legate maggiormente ad un’idea di quello che non saremo in grado di fare piuttosto che alle reali difficoltà che incontreremo. All’inizio tutto può sembrare complicato e impossibile: imparare ad affrontare un problema alla volta aiuta a suddividere il problema e a ridimensionarlo. L’immagine di sé che si offre nel primo periodo di lavoro costituisce un biglietto da visita molto importante, una sorta di “imprinting” per colleghi e capi, ma anche uno stimolo con cui il soggetto si confronterà.
Burn out
Il mondo del lavoro si divide in due tipi di persone: quelli che se la prendono con calma e quelli con l’ansia. Se fai parte di questo secondo gruppo la paura di perdere il lavoro ti porterà non solo a fare del tuo meglio ma anche di più, roba da far impallidire Stacanov e farlo sembrare un dilettante.
Avete mai visto che quelli che sono contenti di prendere 8 caffè al giorno, che godono nell’essere oberati anche di domenica? Non fanno pause nemmeno per andare al bagno perché hanno studiato un modo per ottimizzare anche il rilascio delle proprie evacuazioni. Ecco questi soggetti hanno guadagnato una corsia preferenziale per pazzopoli. È probabile che presto o tardi il loro cervello si bruci per cause auto-indotte, ve ne accorgerete quando alla domanda “vieni a mangiare?” vi risponderanno con un dettagliato power-point che vi spiegherà nel con grafici colorati come hanno fatto ad eliminare il bisogno del pranzo.
Il consiglio dell’esperto:
Vivere con stress il lavoro è garanzia di problematiche legate all’ansia. Certo non è facile affrontare lavori altamente impegnativi seguendo la filosofia zen….. L’aspetto più importante in questo caso è un’attenta valutazione di se stessi. Sono una persona in grado di reggere forti pressioni? Posso adattarmi a ritmi di lavoro ben oltre le 8 ore giornaliere e che spesso invade anche il weekend? Posso sopravvivere in un ambiente in cui ogni collega è pronto a lottare per avanzare al mio posto? Posso sopportare tutto questo in nome della possibilità di una carriera fatta di riconoscimenti economici e di prestigio?
Se l’aspirazione va in questa direzione, se stipendio alto e uno stile di vita comodo sono la vostra aspirazione, allora sarete disposti ad accettare tutto l’impegno che questa tipologia di lavoro potrebbe comportare. Probabilmente troverete un modo per gestire lo stress e tenerlo a livelli accettabili, magari attraverso lo sport.
È tuttavia importante riconoscere ugualmente le prime avvisaglie di incapacità di gestione di elevati livelli di stress: insonnia, sentimenti depressivi, atteggiamenti negativi verso se stessi e il lavoro, apatia, mancanza di autostima, sensazioni simili ad attacchi di panico. In questo caso è consigliabile chiedere aiuto ad uno specialista prima che venga compromessa fortemente la capacità lavorativa del soggetto. Se invece il soggetto avverte che tutti i vantaggi di cui sopra non sono sufficienti a sopportare elevati livelli di stress, allora è il caso che ripensi alla propria carriera lavorativa.
Stress per una promozione
Anche qui l’ansia e l’insicurezza sono in agguato, perché una promozione di solito comporta anche un aumento di responsabilità e di pressione difficili da gestire.
Avete presente quando da piccoli s’imparava a nuotare? A quanti è capitato di essere buttati in acqua da un fratello dispettoso che se la rideva? Ecco a volte la promozione sembra un salto in una piscina piena di coccodrilli pronti a farti la festa.
Si perché non solo le aspettative sono più alte, ma perché il lato peggiore del potere, anche quello più piccolo è la paura di perderlo. Lo sai bene il giorno che ricevi una promozione, lo stress da sopportare è pari a quello del secondo giorno di scuola: la storia che sarebbe stato stimolante inizia a sembrarti una sola, e al contempo iniziano ad accumularsi sul comodino dosi da cavallo di valeriana, mentre preghi di fare bene e di non provare la vergogna della Juve retrocessa in serie B.
Dice il Dott. Monego:
In questo caso la situazione ha spesso degli aspetti simili alla situazione di cui abbiamo appena parlato: dietro ad una promozione e al prestigio che essa comporta sia sul piano personale che su quello economico si nasconde un carico maggiore di responsabilità e di lavoro che non tutti i soggetti sono in grado di affrontare. Ne conseguono una serie di sintomatologie che devono suonare come campanello di allarme.
Di nuovo, nella situazione di una promozione, superate le difficoltà legate all’aumento delle responsabilità, c’è a volte la paura di perdere il prestigio appena acquisito. Questa situazione di incertezza può diventare un fattore ansiogeno.In conclusione si può dire che, qualunque sia il vostro malessere lavorativo, la cosa più importante da fare è cercare di vedere la situazione da diversi punti di vista per cercare di ristrutturare la percezione del lavoro in modo più serena, tentando di relativizzare gli aspetti problematici.
Una buona tecnica può essere quella di cercare di pensare al problema come ad un insieme di passaggi da affrontare uno alla volta. Se questo non è possibile, se il soggetto non riesce a superare o a convivere con queste problematiche, allora è importante chiedere aiuto ad un esperto che possa guidare la persona a riconoscere la situazione lavorativa stressante non come causata da una propria incapacità ma come una situazione contingente e transitoria, che si può e si deve cambiare.