Spesso si ha l’occasione di notare come una coppia in crisi ricorra alla terapia di coppia quando ormai il rapporto è troppo compromesso, come se lo psicologo fosse un mago capace della magia di rimettere insieme l’amore con una pozione magica.
La terapia di coppia non è un rituale magico ma un percorso che coinvolge due persone e che cerca di essere d’aiuto ad entrambe per trovare dentro se stessi, quando possibile, strategie per affrontare e gestire il conflitto. Ne parliamo con il nostro esperto Dott. Matteo Monego.
Quali campanelli d’allarme dovrebbero far pensare alla terapia di coppia?
Una coppia dovrebbe chiedere aiuto quando ci si accorge che la comunicazione comincia ad essere difettosa: non ci si ascolta, ci si fraintende spesso e volentieri, non si riescono più a trovare momenti di intimità e tranquillità in cui raccontarsi in modo approfondito, si litiga solo per rinfacciarsi le mancanze o far emergere i rancori. Anche la sessualità può rappresentare un campanello d’allarme così come il desiderio di evasione all’esterno della coppia, quasi sempre determinato dalla sensazione di non sentirsi più attraenti per il proprio patner.
Perché in Italia si va dal terapeuta solo quando la crisi è profonda?
In Italia, purtroppo, permangono ancora una visione errata della psicoterapia e una certa sfiducia verso la categoria: molte persone, per la maggioranza uomini, ritengono che dallo psicologo ci debbano andare solo i “matti” e che “i panni sporchi si debbano lavare in famiglia”.
Qual è l’atteggiamento giusto per la terapia?
La migliore predisposizione mentale è quella di accostarsi ad un possibile percorso di psicoterapia senza pregiudizi e motivati dal desiderio di mettersi in gioco per cercare di capire come risolvere i conflitti e ritrovare armonia nel proprio rapporto di coppia.
Cosa può fare il terapeuta per la coppia?
Il terapeuta dovrebbe rappresentare una figura neutra, esterna alla coppia, equidistante da entrambi, non giudicante. Può fornire, quando necessario, consigli pratici ad entrambi. Lavora sulla comunicazione e sulle strategie individuali per aiutare entrambi nella gestione del conflitto. Cerca di dare ad entrambi la possibilità di esprimere liberamente il proprio vissuto e il proprio punto di vista, prevedendo anche colloqui individuali. Favorisce il confronto evitando che il dialogo si trasformi in scontro e che uno dei due venga sopraffatto dialetticamente dall’altro.
Cosa può fare la coppia per mettersi nella direzione giusta?
La maggior parte delle volte, il solo fatto di aver chiesto aiuto rappresenta un primo passo verso un giusto atteggiamento. Quando una coppia riesce a diventare consapevole che, nonostante gli sforzi fatti, da sola non riesce ad uscire dalla fase di crisi, si metterà nella condizione di poter chiedere aiuto ad un terapeuta per provare ad uscire da questo periodo e ritrovare un po’ di serenità. Quello che poi dovrà fare durante il percorso sarà seguire le indicazioni del terapeuta e ritrovare un dialogo costruttivo che permetta un vero confronto.
Spesso la coppia scoppia perché si vuole cambiare l’altro?
Il voler cambiare l’altro è uno dei fattori determinanti per una crisi: si insegue quello che vorremmo che l’altro fosse e si trascura quello che l’altro è. Detto in altre parole, si danno per scontati tantissimi aspetti dell’altro (intenzioni, motivazioni, desideri, realizzazioni) e si smette di domandarsi come è realmente. In questo modo l’altro viene soffocato e non gli sarà permesso di esprimersi liberamente.
Le cause comuni dei problemi: disaccordo sull’educazione dei figli, problemi di lavoro, tradimento, suocera ingerente. È vero?
Anche qui direi che è corretto: soprattutto i figli rappresentano il fattore principale di crisi, seguito a breve distanza dal tradimento. Più rari i problemi di lavoro e le “suocere ingerenti”. Con l’arrivo dei bambini la coppia cambia e spesso inizia ad allontanarsi. I cambiamenti a cui è sottoposta sono molteplici e spesso impegnativi: mancanza di tempo, stanchezza, distanza fisica, discussioni sull’educazione e sulla gestione sono solo alcuni degli aspetti che possono “aprire” una crisi di coppia.
Qualcuno usa la terapia per separarsi serenamente?
Difficilmente una coppia cerca un terapeuta per una separazione serena: lo si cerca, in genere, per salvare la relazione anche quando è ormai troppo tardi. Dal mio punto di vista, invece, una separazione condivisa e pacifica è uno dei possibili esiti di un percorso di coppia e andrebbe quasi sempre premesso fin all’inizio. Quando la situazione è irreparabile, i rancori troppo forti o semplicemente quando due persone non riescono a convivere serenamente nonostante l’affetto che provano o semplicemente si accorgono di non amarsi più, potrebbe essere estremamente utile lavorare affinché entrambi accettino l’idea di separazione come l’inizio di un rapporto più sereno, in cui scoprire magari che volersi bene ognuno a casa propria era la via più semplice da seguire.