Coronavirus: è importante fare attenzione, certo, ma è fondamentale anche non farsi prendere dal panico e non cadere nella paura del contagio. Il Covid-19 è, probabilmente, uno degli argomenti più trattati nei notiziari e nelle conversazioni più comuni, per questo abbiamo deciso di parlarne con il dottor Matteo Monego.
Coronavirus: non si sente parlare d’altro, e sempre più paesi sconsigliano i viaggi in Italia. Cosa ne pensi?
Posso capire le preoccupazioni legate alla diffusione del virus, anche se in questo momento l’Italia non è ancora in una situazione così drammatica. Credo però che la preoccupazione di altri Paesi nei nostri confronti vada accettata come misura precauzionale (nessuno di noi avrebbe fatto volentieri un viaggio in Cina un mese fa…), e spero che il nostro Paese sappia reagire nel modo corretto per dimostrare di essere in grado di saper gestire l’emergenza e riportare nel più breve tempo possibile una situazione di normalità.
La Cina, Paese da cui è iniziata la diffusione del Coronavirus, sembra essere riuscita a circoscrivere i focolai e sta tornando ad una situazione di normalità: mi aspetto che nel giro di qualche settimana anche in Italia la diffusione rallenti.
Psicosi, panico e a volte razzismo: è questo il lato oscuro del Coronavirus?
Temo di sì. Purtroppo non sempre i mezzi di informazione sono riusciti a dare delle informazioni corrette e questo, unito a finte fonti di informazioni, ha contribuito ad aumentare il panico nelle persone. I fenomeni di razzismo che si sono verificati in questo mese non hanno davvero senso: non ci sono colpevoli da accusare, almeno per ora. Di sicuro non lo può essere la popolazione cinese presente in Italia. Mi hanno molto colpito i racconti di simili episodi nelle scuole, dove a subire sono stati ragazzi di origini cinesi, spesso nati e cresciuti in Italia, la cui unica “colpa” è quella di avere tratti somatici simili a quelli del paese d’origine.
L’unico atteggiamento corretto è quello di seguire le indicazioni che gli Enti preposti ci stanno fornendo: sono misure che hanno lo scopo di contenere la diffusione del virus ed evitare che la situazione diventi preoccupante dal punto di vista dei ricoveri presso le strutture sanitarie sparse sul territorio.
Prima di scrivere queste parole, ho contattato una dottoressa mia amica che lavora in uno dei principali ospedali di Milano per chiederle il suo punto di vista. La sua visione mi è sembrata equilibrata, ed è questa: non dobbiamo né essere eccessivamente allarmati né eccessivamente superficiali. Le misure che vengono adottate servono a limitare i contagi che altrimenti potrebbero portare ad un elevato numero di ricoveri, con il conseguente collasso del sistema sanitario italiano; su 100 persone contagiate, solo il 15-20% potrebbero aver necessità di essere ricoverato, mentre solo il 2% non sopravvive (a causa dell’età e/o di altre patologie); con l’arrivo del caldo i virus tendono a non sopravvivere e questo sarà un ulteriore aiuto.
Come affrontare l’emergenza da un punto di vista psicologico?
Dal mio punto di vista cercando di non leggere informazioni ovunque, soprattutto quando non abbiamo un controllo diretto delle fonti. Atteniamoci alle indicazioni del Ministero della Salute: evitiamo luoghi affollati, laviamoci spesso le mani e andiamo avanti con la nostra vita. Il nostro ruolo in questo momento è quello di attuare questi semplici comportamenti per contenere la diffusione del virus.
Comportamenti come l’assalto di alcuni supermercati a Milano sono sinceramente ingiustificati e non fanno altro che aumentare il panico.
Come reagire di fronte all’eccesso di allarmismo altrui?
Cerchiamo ancora una volta delle notizie certe, ufficiali e cerchiamo di contrastare leggende, fake news e tentativi di creare un panico eccessivo. Esistono numeri di telefono appositamente creati e canali di comunicazione ufficiali attraverso cui ci vengono fornite informazioni da personale medico competente. Avrebbe sicuramente un impatto molto positivo se ognuno di noi cercasse di dare il buon esempio attenendosi alle prescrizioni e non esasperando le preoccupazioni.
Qualche dritta per superare il panico da Coronavirus
Io credo che basterebbe memorizzare una serie di informazioni medico-scientifiche sull’argomento. Provo a riproporre per punti quanto emerso dalla chiacchierata con la dottoressa nella speranza che queste informazioni possano aiutare le persone che stanno vivendo con paura a ritrovare un giusto equilibrio.
- Le misure che lo Stato sta adottando sono corrette perché hanno lo scopo di contenere il contagio il più possibile ed evitare che ci si trovi di fronte ad un’emergenza sanitaria.
- Il tasso di mortalità del virus è del 2% e riguarda soprattutto persone anziane o con patologie pregresse. L’85% delle persone contagiate sono asintomatiche o con lievi sintomi che non necessitano ricovero.
- I casi giornalieri in aumento non sono preoccupanti ma legati soprattutto agli strumenti di ricerca che i medici stanno utilizzando in questi giorni.
- Come profilassi quello che ci viene chiesto è di evitare luoghi affollati e di lavarci le mani per almeno 20 secondi.
- Se ci atterremo alle indicazioni del Ministero della Salute riusciremo a limitare il contagio perché siamo un Paese con una buona educazione igienica e un ottimo sistema sanitario.
Quindi: keep calm and carry on!